Essere italiani

Esultare per le imprese sportive di atleti italiani è una delle emozioni più belle che provo!

È forte l’adrenalina nel tifare un giovane che vede avvicinarsi la realizzazione di tanti giorni (se non anni) di sacrifici…man mano che si materializza il traguardo davanti ai suoi occhi e si allontanano dietro le sue spalle gli avversari (agonistici, ma spesso amici nella vita). E l’adrenalina aumenta quando è un italiano che sta vivendo questo sogno.

Si fermano difficilmente le lacrime di gioia nel vederlo indossare il tricolore o sentirlo cantare l’Inno di Mameli…per uno come me che ha la pelle d’oca ogni volta che, nel mio lavoro, partecipo all’alzabandiera.

Vedere che il campione per il quale gioisco ha la pelle diversa dalla mia…dalla tipica “fisicità” italiana…mi inorgoglisce perché si può essere italiani anche con la pelle diversa, così come successo a Yeman, adottato insieme ai suoi fratelli e cugini da una famiglia di italiani.

…e come lui…quanti altri ITALIANI “diversi fisicamente” che mi rendono fiero perché esempio di dignità, ognuno nel loro ruolo nella società italiana (dagli studenti ai campioni sportivi, passando per gli operai, i camerieri, gli impiegati, etc).

Yeman, arrivato in Italia dalla Somalia quando aveva 5 anni, ha ottenuto la cittadinanza italiana perché adottato da una coppia di italiani.

Perché, invece, hanno difficoltà ad essere considerati italiani tanti bambini nati in Italia da genitori stranieri e cresciuti in Italia frequentando le scuole italiane?

Perché, invece, hanno ottenuto la cittadinanza italiana campioni sportivi (soprattutto calciatori) che hanno avuto nonni (o addirittura bisnonni) italiani…e magari non sanno parlare bene la nostra lingua?

Perché ci sono persone (e cittadini) di seria A e di serie B?

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